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Settembre: in 10 artisti vi racconto chi sono

  • Roberto Checchi
  • May 29, 2018
  • 3 min read

L'ospite di oggi della nostra rubrica è il giovane cantautore milanese Stefano Riggio, in arte Settembre. E' appena uscito lo scorso aprile il suo disco d'esordio, Di Questi Tempi, ed ora è qui a raccontarci quali sono le principali influenze che lo hanno accompagnato nella sua formazione musicale.

Oasis - Loro per me sono molto di più di una band: sono stati la mia adolescenza.

Scopert tardi, a 14 anni, ai tempi del loro ultimo album, nel 2008.

Ho avuto la fortuna di vederli dal vivo durante la loro ultima data italiana: uscito da lì, la musica è diventata il mio chiodo fisso.

Mi hanno cambiato la vita.

Da ascoltare: Don't look back in Anger, a volte ci piango su questo pezzo.

Beatles - Da fan degli Oasis, avvicinarsi ai fab four è stato facile.

Detto questo, c'è poco altro da aggiungere: il motivo del mio amore per questo gruppo lo si può capire premendo play e ascoltando una qualsiasi loro canzone.

Sono la musica classica del secolo appena finito.

Da ascoltare: A day in the life, per capire perchè abbiano fatto la storia.

Lucio Battisti - Se dovessi riassumere il termine pop usando una lettera, userei la B: Beatles sul versante estero e Battisti su quello nostrano.

In un' Italia ancora legata al bel canto, ha portato una voce spontanea in grado di parlare una lingua semplice, allora inedita, facendola sedere su basi musicali che riuscissero a guardare all'Inghilterra della british invasion e all'America funky della Motown senza risultare derivativo.

Da ascoltare: Non è Francesca, facendo caso alla coda strumentale in pieno odore di Beatles, fase Revolver circa.

Rino Gaetano - L'ironia di fondo, le figure retoriche, il modo in cui è riuscito a creare un immaginario quasi surreale, ma assolutamente speculare e attinente alla società a lui contemporanea, sono tutte caratteristiche che ammiro e che tento -a mio modo- di portare nei brani che scrivo.

Da ascoltare: Spendi spandi effendi

Luca Carboni - In Italia forse uno dei migliori esempi di sintesi tra il cantautorato tipico della nostra tradizione e la new wave inglese, all'epoca genere di tendenza.

Di lui amo il suo essere cantautore senza esserlo, o almeno, non secondo l'accezione più classica del termine.

Lo dimostrano la freschezza dei synth e delle drum machine, così come ci riesce il piglio mainstream delle melodie, in grado al tempo stesso di sposarsi perfettamente con testi per nulla banali.

Da ascoltare: Fisico Bestiale, Silvia lo sai

Lucio Dalla - Per me lui è il Socrate della musica italiana, capace di creare attorno a sé un gruppo di artisti, all'epoca emergenti, come Ron, gli Stadio e il già citato Carboni, ed essere in grado di tirar fuori da loro sempre nuova musica.

Strumentista raffinato, abile nel suonare in modo complesso senza rinunciare alle lusinghe delle mode da classifica, il tutto con grande personalità.

I testi poi sono vere e proprie sceneggiature: è impossibile non immaginarsi la scappattella amorosa di Anna e Marco o l'anti eroe stradaiolo e libero di Piazza Grande.

Ultimo pregio, e qui si vede tutto il genio, è la capacità di coniugare sacro e profano: l'auto erotismo di Disperato erotico stomp e il romanticismo genuino ed intenso di Tu non mi basti mai.

Da ascoltare: tutti i brani sopra citati

Cesare Cremonini - Uno dei miei primi ricordi in assoluto è la cassettina di Squerez, l'album dei Lunapop con la rana in copertina.

Quando è uscito avevo cinque anni ed è stato la colonna sonora dei tragitti in auto con mio padre.

Verso la fine degli anni '90 avevamo un' Opel Astra con l'autoradio che suonava in continuazione quei brani, semplici, colorati e – a posteriori, con un orecchio da musicista a farmi da guida- mai banali nelle soluzioni.

Crescendo, Cesare si è dimostrato uno degli assi della nostra musica, nonché una delle mie più grandi influenze di sempre.

Mi ha insegnato quanto sia bello dipingere una ragazza in una canzone.

Da ascoltare: Un giorno migliore, Amor mio

Arctic Monkeys - Probabilmente una delle ultime grandi band internazionali in circolazione.

Adoro il modo in cui riescono ad attingere dalla storia della musica pop d'oltremanica per creare una proposta moderna e personale, in grado di cambiare continuamente album dopo album.

Da ascoltare: Cornerstone, She's Thunderstorm

Coldplay - Recentemente ho visto un video su Youtube dove mostravano la loro evoluzione: ciò che mi ha colpito è stato il talento nel conservare una fortissima identità nella scrittura e nell'immaginario, nonostante una grande malleabilità che ha permesso loro di passare attraverso epoche e mode diverse, fino a diventare l'enorme fenomeno da stadio che sono ora.

Da ascoltare: Yellow, Lovers in Japan

The Strokes - Almeno un gruppo americano dovevo citarlo per forza.

Penso siano una delle band più cool di sempre, con quel fare maleducato, di chi sul palco sembra esserci finito per caso.

I brani sono sporchi e al tempo stesso accessibili; vorrei sentire ancora oggi certe chitarre come le loro.

Da ascoltare: Last Night, Undercover of darkness

 
 
 

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