top of page

Nails and Castles: in 10 artisti vi raccontiamo chi siamo


Nuova rubrica per n oi oggi, i Nails and Castles ci raccontano le loro principali influenze e infatti lasciamo subito loro la parola.

Talking Heads - Abbiamo letteralmente cannibalizzato tutta la musica che è uscita dal CBGB’S tra il ’75 e l’85. Tra tutte le band Newyorkesi di quel periodo, quella che abbiamo maggiormente interiorizzato nel processo compositivo, sicuramente sono i Talking Heads. Ci piace sopratutto la loro capacità di coniugare diversi generi e influenze musicali spesso anche molto lontane dalla musica pop-rock.

Cosa abbiamo “rubato”: il modo in cui è concepito e sviluppato il brano nel suo complesso

This must be the place - che suoniamo anche dal vivo, è, in assoluto, uno dei miei pezzi preferiti (Marc Nails).

The Cure - Il post punk e la new wave inglese sono sicuramente la nostra maggiore influenza. In questo caso la capacità di coniugare melodie squisitamente pop con toni malinconici e arrangiamenti eterei, mai privi della giusta energia, sono per noi un riferimento fortissimo che pensiamo non passi inosservato.

Cosa abbiamo “rubato”: melodie vocali

A forest - ci piace talmente tanto che abbiamo deciso anche di farne una cover nel nostro primo EP; è inoltre parte fondamentale della nostra set list live.

New order - La scena di Manchester introduce l’anima elettronica della band. Infatti altra nostra grande passione è il synth pop e sopratutto le sue derivazioni ibride. I New Order sono maestri in questo, nella capacità di alternare atmosfere elettroniche a rock sporco e brutale e poi definire lo standard della musica che balliamo nei club ormai da 30 anni.

Cosa abbiamo “rubato”: le linee di basso di Peter Hook e gli arpeggiatori

Bizzarre love triangle - arp, drum machine e basso che suona melodie ipnotiche come se non ci fosse un domani.

Depeche Mode - Nella nostra lista delle band synth-pop imprerogabili tra i primi in classifica si posizionano sicuramente i Depeche Mode. Siamo fan sopratutto dei primi lavori degli anni ’80, quando la batteria era sempre elettronica e la chitarra era lontana da essere uno strumento centrale delle composizioni.

Cosa abbiamo “rubato”: i riff killer e le sonorità anni ‘80

Strangelove - nella versione contenuta in Music for the Masses è una perfetta sintesi della nostra idea di synth-pop, riff killer sostenuti da una costruzione ritmica mai banale.

The Kinks - Entrambi proveniamo da un passato squisitamente rock e i Kinks sono la base di tutto quello che ci piace definire scena. Meno celebri di altre band coeve hanno un lascito stilistico in termini di innovatività e precursività dei tempi a venire senza precedenti.

Cosa abbiamo “rubato”: l’energia della scena

You really got me - La scena inizia da qui.

The Clash - Se dovessimo fare un elenco delle band che hanno predetto quale sarebbe stato il futuro della musica sicuramente i Clash sarebbero in cima alla lista. Partendo da punk hanno reinventato completamente il loro linguaggio musicale fino ad arrivare praticamente a inventare l’indie-rock contemporaneo.

Cosa abbiamo “rubato”: l’attitudine punk.

Train in vain - Dal loro disco più bello, un gioiellino pop rock con echi funk su una melodia perfettamente sostenuta dai cambi ritmico armonici

Postal Service - L’impresa di mescolare melodie emo con basi synth-pop è riuscita perfettamente a questa band che purtroppo ha all’attivo praticamente un solo album. Una discografia minima che li ha innalzati però a punto di riferimento per molte band che provano a fare un synth-pop aggiornato al terzo millennio.

Cosa abbiamo “rubato”: il tocco emo dei primi anni zero.

The district sleeps alone tonight - sembra una classica canzone indie rock ma al posto degli arpeggi, della batteria con il charly in levare e del basso che “splettra” aggressivo ci sono batterie programmate, synth modulari, synth bass e di tutto di più

Arcade Fire - Di loro ci piace tutto, la capacità di scrittura, l’utilizzo di strumenti come violino, mandolino, xilofono, fisarmonica affiancata alle classiche chitarre, basso e batteria e la ricerca continua di innovazione sia da un punto di vista musicale che di immagine della band stessa.

Cosa abbiamo “rubato”: probabilmente il nostro punto di riferimento maggiore, probabilmente tutto.

Rebellion (Lies) - uno dei tanti giri di basso che vorremo aver scritto, sempre uguale da solo basta a scandire tutta struttura del brano e sorreggere magnificamente la melodia vocale e il mai banale arrangiamento

Daft Punk - Era il 1997 quando il video a rotazione su MTV ci apriva gli occhi e le orecchie sulla nuova scuola dance elettronica francese. Video ipnotico e geniale per la scoperta della variante pop della musica da club, un mix eterogeneo dei decenni che li hanno preceduti tra dance anni ’70, electro pop e il synth pop anni ’80.

Cosa abbiamo “rubato”: il french touch, la cassa dritta e bassi dal sapore anni ’70.

Around the world - Giro di basso che arriva direttamente dagli anni ’70, vocoder alla Kraftwerk e un mix di linee ipnotiche di synth per ridefinire lo standard della canzone che farà ballare tutti per gli anni a venire.

LCD Soundsystem - Quando l’elettronica diventa punk arrivano gli LCD soundsystem. Il post-punk suonato con i sintetizzatori è forse una delle cose più interessanti che gli anni zero hanno regalato al mondo della musica. Un mix geniale di batterie, arpeggiatori, step sequencer, bassi elettrici, chitarre, bass synth accompagnati da testi ironici e melodie dal sapore post punk.

Cosa abbiamo “rubato”: l’utilizzo dei sintetizzatori.

You wanted a hit - un mix perfetto di post punk e synth pop, non possiamo chiedere di meglio.

Follow Us
Post Collegati
Post Recenti
bottom of page