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Bonetti: in 10 artisti vi racconto chi sono


Bonetti ha avuto fin da subito le idee chiare rispetto a come rispondere alla nostra rubrica, per questo gli lasciamo subito la parola.

Preferisco parlare degli artisti attraverso i loro album. Questi dieci dischi, nel corso degli anni, per me sono stati fondamentali. Sono state delle montagne piazzate nel bel mezzo della mia strada che mi hanno spinto a deviare, cercare, correggere il mio percorso intorno all'ombra del loro esempio.

Lucio Dalla e Dalla - Lucio Dalla. Inizio il mio elenco giocando sporco, citando due album e non uno. Per capirci, quello con la sua faccia in copertina e quello grigio con gli occhiali sulla cuffietta. Non riesco a concepirli separatamente, secondo me sono la rappresentazione di Dalla al suo apice (e poi li ha scritti in soli due anni!).Ogni canzone è un piccolo mondo. I testi hanno una tridimensionalità che lascia a bocca aperta: ci porta dentro alle situazioni che racconta: Meri Luis, Anna, Marco, il povero protagonista di Mambo, sembra siano davanti a noi, dall'altro lato della strada o nel bar dove facciamo colazione la mattina. Questi dischi sono un regalo al mondo.

Canzone: Anna e Marco. Credo che sia qualcosa di molto vicino alla canzone perfetta. Un verso come Anna bello sguardo non perde un ballo, Marco che a ballare sembra un cavallo dice tutto con una leggerezza e una profondità stupefacenti. Oppure Anna avrebbe voluto morire, Marco voleva andarsene lontano/ qualcuno li ha visti tornare tenendosi per mano. Con che tenerezza racconta l'ingenuità e l'inquietudine dell'adolescenza in provincia? Beh, ma dai, cosa sto a scrivere, non bisogna sporcare con parole e commenti questi versi.

De Gregori - Francesco De Gregori. Anche qui, per capirci, quello con in copertina la foto di lui in mezzo a un prato che calcia un pallone. Questo disco l'ho consumato. Un'altra lezione di scrittura. Lo adoro perché qui De Gregori è meno”criptico” che negli altri suoi lavori. E poi che brividi ogni volta che parte La campana: solo un maestro poteva scrivere una canzone così dolce e potente sul terrorismo, nel 1978, in pieni Anni di piombo.

Canzone: Il '56. Scrivere canzoni sulla propria infanzia senza risultare stucchevoli è un'impresa, eppure lui l'ha fatto. Nelle strofe lascia parlare le immagini e nel ritornello, senza nascondersi dietro a manierismi, nel modo più semplice e diretto possibile, confessa quello che tutti proviamo quando pensiamo alla nostra infanzia: tutto mi sembrava andasse bene.

Pet Sounds - The Beach Boys. Per quel che mi riguarda c'è un prima e un dopo Pet sounds. Lo comprai quando andavo all'università. Sapevo che era un disco importante per la storia della musica, e lo presi più che altro per curiosità, ma impiegai anni per capirne la grandezza. Semplicemente non ero pronto. È un disco talmente complesso che serve tempo. E forse non basterà mai il tempo: forse anche tra cent'anni si coglieranno nuove sfumature di queste canzoni.

Canzone: I Know There's An Answer. Mi commuove da matti. Sarà che mi lascio influenzare dalla sua storia personale, ma qui Brian Wilson si mette veramente a nudo di fronte alla vita, con tutte le sue fragilità e speranze. Musica fatta con il cuore.

Anima Latina - Lucio Battisti. Per tanto tempo ho stupidamente un po' snobbato Battisti. In realtà il mio non era semplice snobismo: anche oggi penso che Mogol sia stato sopravvalutato. Non fraintendetemi, ha avuto il merito di scrivere grandi cose, ad esempio Nel cuore nell'anima portata al successo dall'Equipe 84, ma secondo me ha anche l'imperdonabile colpa di aver indebolito diverse canzoni di Battisti che con testi più misurati e meno eccentrici avrebbero potuto essere dei reali capolavori. Mi spiace, ovviamente è solo il mio parere, ma continuo a pensare che se Battisti si fosse affidato ad un altro autore le sue musiche e i suoi arrangiamenti ne avrebbero potuto giovare di più. Sicuramente non dal punto di vista commerciale, ma questo è un altro discorso. In Anima latina Mogol fa un passo indietro: i testi sono meno scritti e la scelta di tenere il cantato ad un volume basso nel mix finale, mette in primo piano il lavoro strumentale di Battisti. E secondo me, alla fine, questo è il suo disco più bello.

Canzone: Abbracciala, Abbracciali Abbracciati. È la A day in the life della musica italiana. Rapisce, evolve, trascina con sé: tutto è tremendamente perfetto.

Prisoners Of Love - Yo Lo Tengo. Ok, non è proprio un album, ma una raccolta. Eppure quando li ho conosciuti con questo disco mi si sono aperti nuovi mondi. Faccio un genere abbastanza diverso dal loro, ma per quel che riguarda l'approccio all'interpretazione e alla scrittura il loro esempio è per me fondamentale.

Canzone: By The Time It Gets Dark. Avrei potuto dire questa o altre sette canzoni. Semplicemente questo è il brano con cui hanno concluso il loro concerto a Milano pochi giorni fa, facendo venire quei brividi che sono qualcosa di molto vicino al senso più profondo del perché non si può vivere senza musica.

Donne Mie - Federico Fiumani. Ma avrei anche potuto dire Anni luce dei suoi Diaframma. Niente, semplicemente Fiumani è stato come uno schiaffo che mi ha fatto completamente cambiare il mio gusto per i testi. Per me è in assoluto il Maestro, quello con cui fare i conti. Siamo nani sulle spalle dei giganti. Ecco, le spalle di Fiumani sono sicuramente molto larghe e forti.

Canzone: La Mia Ragazza Dorme La Domenica Mattina. Il testo di canzone perfetto c'è. È questo. E non è l'unico della sua carriera! L'amore segue i passi di un cane vagabondo, Il portiere, L'odore delle rose, Labbra blu, ecc. ecc. ecc.

Mas Cambios - Herman Dune. Mi ricordo che lo comprai due/tre giorni dopo la morte di Wojtyla. Ovviamente le due cose non sono legate, però mi ricordo questa cosa. È stato il mio primo approccio al lo-fi e da allora per anni ho scritto e suonato con il loro esempio nello stereo. Uno dei tre dischi che mi porterei sull'isola deserta.

Canzone: With a Fistful Of Faith. Questa canzone mi fa pensare ai primi pomeriggi di sole di marzo, quando non c'è ancora la primavera, ma c'è voglia di affidarsi a qualcosa di buono e rassicurante.

...Ma Cosa Vuoi Che Sia Una Canzone... - Vasco Rossi. Non sono un fan di Vasco, ma se devo fare un elenco dei dischi che mi hanno influenzato non posso non citarlo. Quando facevo una pausa durante la scrittura dei brani di Dopo la guerra, mettevo spesso questo disco e giorno dopo giorno mi è entrato dentro. Certo, oggi suona un po' datato per via degli arrangiamenti, ma che testi ha scritto?

Canzone: ...E Poi Mi Parli Di Una Vita Insieme. Testo di una sincerità disarmante, Vasco Rossi che più ispirato non si può. Insomma, una canzone che fa bene.

Secondo - Vittorio Cane. Probabilmente se non siete di Torino non lo conoscete, ed è un peccato. Tra l'altro lui, per certi versi, è stato Calcutta (molto) prima di Calcutta, autenticamente indie prima della scena indie. Io lo adoro ed è stato fondamentale negli anni della mia formazione musicale. Una sera, più di dieci anni fa, mi invitò ad aprire un suo concerto: non ha idea del regalo che mi fece!

Canzone: Dipendente. Cosa si può dire di più vero sull'amore di pensavo di esserne fuori e invece sono un dipendente? Davvero, ascoltatelo tutti.

Hatful Of Hollow - The Smiths. E vabbe', chi sono io per parlare di Morrissey e degli Smiths? Giustamente è già stato scritto e detto molto su di loro, ma non li ringrazieremo mai abbastanza per tutto quello che hanno fatto per la musica pop. Quando il mio amico Walter mi prestò il libro con i testi di Morrissey mi fece capire che poteva esserci un modo completamente diverso di scrivere testi. Non avevo neanche vent'anni. Sempre benedetto sia quel giorno!

Canzone: Heaven Knows I'm Miserable Now. Nella mia vita, perché sorrido a persone a cui preferirei tirare un calcio in un occhio? Aaaah, vecchio Moz, sei il fratello maggiore di tutti quanti noi.

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