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Il Capitale Umano

  • Roberto Checchi
  • Jan 27, 2014
  • 2 min read

C'è qualcosa nei film di Paolo Virzì che mi fa impazzire, anche se devo ancora individuarne la natura con precisione. E questo, “Il capitale umano”, questo è il suo capolavoro. Con questa vicenda tratta liberamente dal romanzo di Stephen Amidon, il regista mette in mostra anche con una sottile ironia degli stereotipi tipici della società, oserei aggiungere italiana, trattandoli dal punto di vista psicologico così in profondità da arrivare a trovare una sorta di “alibi” per ogni loro comportamento ed ogni loro debolezza. La vicenda narradi un ciclista che viene investito una notte da un Suv, ma sembra impossibile stabilire chi fosse alla guida dei veicolo fin verso la fine del film. Il tutto è raccontato da tre diversi punti di vista, partendo da quello più superficiale e più esterno alla vicenda, il signor Ossola(Fabrizio Bentivoglio), arrampicatore sociale piccolo-borghese che cerca di entrare in un ambiente elitario riempiendosi di debiti, per poi passare alla signora Bernaschi(Valeria Bruni Tedeschi, sorella di Carla Bruni), donna e moglie assai benestante trascurata e piena di frustrazioni che la portano ad intrecciare per un breve periodo una relazione extraconiugale e infine il punto di vista di Serena, interpretata da Matilde Gioli, figlia del signor Ossola e ragazza del figlio dei Bernaschi, Massimiliano(Guglielmo Pinelli), che pare l'unica a poter svelare l'effettiva verità su quella notte. La quarta parte, intitolata proprio “Il capitale umano”, è un epilogo della narrazione. Nel corso della vicenda spiccano anche le personalità dei consorti dei primi due personaggi presi in esame, il signor Bernaschi(Fabrizio Gifuni), cinico uomo in affari che trascura la propria famiglia e dedica se stesso unicamente al lavoro e Roberta, interpretata da una brava Valeria Golino, psicologa ignara della viscidità del marito tramite la quale Serena conoscerà Luca, impersonato da Giovanni Anzaldo.. Spettatore, che cos'è l'illecito? Mentire alle autorità per proteggere la persona che si ama? Fare accordi sottobanco per salvare la reputazione del proprio figlio? Questa è una delle innumerevoli riflessioni che sembra proporci Virzì nella carrellata di luoghi comuni che ci fa vedere senza filtri, superati I quali sembra riporre una certa fiducia nella generazione successiva: Serena è il personaggio più positivo della vicenda, diciottenne molto matura e totalmente disinteressata alla ricchezza del suo ragazzo Massimiliano che si innamorerà di Luca, minorenne umile che abita solo con lo zio con una denuncia alle spalle e una grande fragilità psicologico. Uno schiaffo emotivo a mio parere molto forte, uno dei migliori film degli ultimi anni, un piacere che non dovete negarvi.

 
 
 

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